mercoledì 28 dicembre 2011

La "natura" di cui parla il "diritto naturale"

Segnalo qui un bell'articolo di Tommaso Scandroglio su di una tipica contraddizione degli anti-giusnaturalisti, come nella fattispecie il prof. Rodotà.
Spesso il pensiero giuridico contemporaneo, da un lato, nega ogni valore normativo alla natura, che concepisce riduttivamente in senso biologico; dall'altro, pretende però di farsi paladino di valori tipicamente metafisici, cioè appartenenti alla essenza, cioè appunto alla profonda natura dell'uomo, come il valore della libertà.
Quando il pensiero cattolico si riferisce al diritto naturale, infatti, si riferisce alla natura come al complesso degli elementi fisici e meta-fisici che fanno dell'uomo un uomo, che cioè sono costitutivi dell'uomo. O, come anche si dice oggi, che compongono lo statuto antropologico dell'essere umano.

Benedetto XVI Legislatore

E' uscito il libro curato da Marco Ferraresi e Cesare Varalda, "Benedetto XVI Legislatore", Cantagalli, Siena, 2011 (Collana Quaderni dell'Unione Giuristi Cattolici di Pavia "Beato Contardo Ferrini").
Gli autori che hanno contribuito al volume aiutano a riflettere sulla generale produzione legislativa di Papa Benedetto in materia liturgica, ecumenica, matrimoniale, bancaria, del lavoro, ecc. Forse non lo si percepisce immediatamente, ma Ratzinger è anche, per grazia di Dio, un Papa "giurista".
Qui è acquistabile come e-book.
Qui l'indice.
Qui introduzione e prefazione.

lunedì 19 dicembre 2011

In Dio giustizia e misericordia coincidono

Riporto qui il grande discorso di Benedetto XVI sulla dignità del detenuto, in occasione della sua visita di ieri alla casa circondariale di Rebibbia. Di seguito un passaggio significativo:

Giustizia e misericordia, giustizia e carità, cardini della dottrina sociale della Chiesa, sono due realtà differenti soltanto per noi uomini, che distinguiamo attentamente un atto giusto da un atto d’amore. Giusto per noi è “ciò che è all’altro dovuto”, mentre misericordioso è ciò che è donato per bontà. E una cosa sembra escludere l’altra. Ma per Dio non è così: in Lui giustizia e carità coincidono; non c’è un’azione giusta che non sia anche atto di misericordia e di perdono e, nello stesso tempo, non c’è un’azione misericordiosa che non sia perfettamente giusta.

giovedì 15 dicembre 2011

Abortire a 16 anni e i valori non negoziabili

Qui la puntata de La Grande Guerra in data odierna a Radio Ticino. Insieme al conduttore Marco Crevani abbiamo discusso del caso dell'aborto della ragazza sedicenne di Trento e di valori non negoziabili.

lunedì 5 dicembre 2011

Omosessualismo

L'ideologia omosessualista o del "gender" è tra le più pericolose dell'era attuale. Essa attacca l'etica naturale e il diritto naturale. In particolare, cerca di scardinare nella percezione comune il significato, costitutivo per l'essere umano, della differenza sessuale. Lo fa in una maniera apparentemente neutra: non si scaglia apertamente contro la famiglia naturale fondata sul matrimonio, ma ne pretende la equiparazione con altre modalità di convivenza. Per conseguenza, domanda la possibilità di adozione di bambini anche per i conviventi omosessuali o di accesso a pratiche di fecondazione eterologa.
In definitiva, sia con l'ideologia, sia con nuovi modelli di vita, sia attraverso la "educazione" dei piccoli che pretendono vengano loro affidati, si tenta la costruzione di un essere vivente "nuovo", che, ormai alieno dalla percezione della dualità complementare sessuale, perda sinanche la capacità critica contro quello che doverosamente la Chiesa cattolica definisce, da sempre e per sempre, essere oggettivamente un grave disordine della persona.
Di seguito, le parole di un Vescovo coraggioso, il Card. Caffarra dell'Arcidiocesi di Bologna:

La decisione dell’autorità comunale di consentire l’accesso alla Consulta per la famiglia ad alcune associazioni a orientamento omosessuale costituisce una grave offesa in primo luogo alla ragione e al buon senso comune, perché non si capisce la congruenza dell’una con le altre; poi alla comunità civica, perché in palese contrasto con l’articolo 29 della Costituzione; e inoltre alla comunità cattolica – che pure è parte rilevante del consorzio bolognese - perché degrada a un relativismo senza fondamento nella persona umana quella concezione della famiglia che da secoli è patrimonio della nostra gente.
Di fronte alla comunità civica la Chiesa di Bologna denuncia tale decisione. Alla comunità cattolica dei credenti ricorda l’insegnamento perenne del magistero ecclesiale fondato sulla stessa dottrina apostolica (cf per es. Rom 1 ). Un insegnamento ribadito – come abbiamo ricordato anche di recente - dall’Arcivescovo Card. Caffarra nella sua Nota dottrinale ‘Matrimonio e omosessualità’ e dalla Congregazione per la Dottrina della Fede che così si esprimeva in una Nota dottrinale il 24 novembre 2002: “Devono essere salvaguardate la tutela e la promozione della famiglia fondata sul matrimonio monogamico tra persone di sesso diverso […] ad essa non possono essere giuridicamente equiparate in alcun modo altre forme di convivenza”; e il 3 giugno 2003: “Nessuna ideologia può cancellare dallo spirito umano la certezza secondo la quale esiste matrimonio soltanto tra due persone di sesso diverso, che per mezzo della reciproca donazione personale, loro propria ed esclusiva, tendono alla comunione delle loro persone. In tal modo si perfezionano a vicenda, per collaborare con Dio alla generazione e alla educazione di nuove vite”.
Pertanto i singoli fedeli e le associazioni che fanno riferimento all’appartenenza ecclesiale hanno il grave dovere, in forza della coerenza con la fede che professano, di astenersi da qualsiasi forma di cooperazione volta a promuovere o applicare concezioni della famiglia in palese contrasto con il magistero cattolico (cf Congregazione per la Dottrina della Fede n.5 del 3.6.2003). “La Chiesa – continua la nota della Congregazione – insegna che il rispetto verso le persone omosessuali non può portare in nessun modo all’approvazione del comportamento omosessuale oppure al riconoscimento delle unioni omosessuali”. In questo contesto la presenza in organismi che nella denominazione si riferiscono alla famiglia costituzionale ma poi accolgono chi propugna orientamenti diversi è un messaggio carico di ambiguità e perciò contrario allo spirito di verità. Il dovere è perciò quello di uscirne.

domenica 4 dicembre 2011

Principio di laicità e diritto naturale

Il principio di laicità è di derivazione cristiana. Esso esprime la distinzione tra le sfere dell'ordinamento canonico e dell'ordinamento civile. E' un principio di giustizia, perché mira ad attribuire a ciascuno il suo, "a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio" (cfr. Mt 22,21; Mc 12,17; Lc 20,25). Esso è pertanto conforme al diritto naturale, purché l'ordinamento civile rispetti il diritto dell'uomo a ricercare e a praticare attraverso la religione, individualmente e collettivamente, la Verità su Dio e su se stesso.
Si tratta infatti di un diritto fondamentale, ma è sotto attacco anche in Occidente. Si è persino messo in discussione il diritto di una scuola di invitare il Vescovo locale per parlare della religione cattolica. Il ricorso, promosso da una associazione di atei professi, è stato però correttamente respinto da un decreto del Presidente della Repubblica. Il parere del Consiglio di Stato, ben motivato, ha messo altresì in rilievo che, per quanto riguarda religioni diverse dalla cattolica, deve verificarsi la loro coerenza di contenuti con quelli di tutela della persona previsti dalla nostra Costituzione. V. qui

giovedì 24 novembre 2011

"La Grande Guerra", puntata sulla fecondazione eterologa

Qui si può ascoltare la puntata odierna de "La Grande Guerra", dedicata alla fecondazione eterologa. Insieme a Marco Crevani commento la sentenza della Grande Camera della Corte europea dei diritti dell'uomo, di cui ho dato conto nel post del 4 novembre u.s.

venerdì 18 novembre 2011

"La Grande Guerra", puntata sulla sindrome post-aborto

Qui invece riporto il file audio della puntata dello scorso aprile de "La grande guerra" (v. post precedente), dedicata alla sindrome post-aborto.

giovedì 17 novembre 2011

Sperimentazione sugli embrioni e sentenza della CGUE

Qui si può ascoltare la puntata de "La grande guerra", trasmissione di Radio Ticino, da me registrata e in onda oggi alle 15.30. La trasmissione, condotta da Marco Crevani, è dedicata agli attacchi alla vita dell'uomo. L'odierna puntata verte su: "La sperimentazione sugli embrioni e la recente sentenze della Corte di Giustizia dell'Unione europea".

domenica 13 novembre 2011

Nessun risultato scientifico giustifica la soppressione di un solo embrione

Il Magistero di Benedetto XVI è davvero luce nelle tenebre di questo mondo.
In questo discorso tenuto ai partecipanti ad un importante convegno sulla ricerca sulle cellule staminali, promosso dal Pontificio consiglio per la cultura, il Pontefice ribadisce che nessun possibile risultato scientifico, nemmeno quello che in ipotesi potesse salvare una intera popolazione, giustifica metodologie di ricerca che implichino la soppressione di un solo embrione umano:
La ricerca scientifica offre una opportunità unica per esplorare la meraviglia dell'universo, la complessità della natura e la bellezza peculiare dell'universo, inclusa la vita umana. Tuttavia, poiché gli esseri umani sono dotati di anima immortale e sono creati a immagine e somiglianza di Dio, ci sono dimensioni dell'esistenza umana che stanno al di là di ciò che le scienze naturali sono in grado di determinare [...]
La mentalità pragmatica che tanto spesso influenza il processo decisionale nel mondo di oggi è fin troppo pronta ad approvare qualsiasi strumento disponibile a ottenere l'obiettivo desiderato, nonostante siano ampie le prove delle conseguenze disastrose di questo modo di pensare. Quando l'obiettivo prefissato è tanto desiderabile quanto la scoperta di una cura per malattie degenerative, è una tentazione per gli scienziati e per i responsabili delle politiche ignorare tutte le obiezioni etiche e proseguire con qualunque ricerca sembri offrire la prospettiva di un successo. Quanti difendono la ricerca sulle cellule staminali embrionali nella speranza di raggiungere tale risultato compiono il grave errore di negare il diritto inalienabile alla vita di tutti gli esseri umani dal momento del concepimento fino alla morte naturale. La distruzione perfino di una sola vita umana non si può mai giustificare nei termini del beneficio che ne potrebbe presumibilmente conseguire per un'altra. (Benedetto XVI, 12.11.2011)

giovedì 10 novembre 2011

I vescovi italiani ribadiscono: sulla vita, nessun compromesso

Riporto un breve ma deciso passaggio del Messaggio della CEI per la Giornata della Vita 2012 (qui il testo integrale):
"l’aborto e l’eutanasia sono le conseguenze estreme e tremende di una mentalità che, svilendo la vita, finisce per farli apparire come il male minore: in realtà, la vita è un bene non negoziabile, perché qualsiasi compromesso apre la strada alla prevaricazione su chi è debole e indifeso"

mercoledì 9 novembre 2011

Il diritto naturale è anche immutabile

Riporto di seguito il Magistero del Beato Giovanni Paolo II sulla immutabilità del diritto naturale, espresso nella enciclica Veritatis splendor, par. 53, pietra miliare a mio avviso del suo ricco Pontificato
La grande sensibilità che l'uomo contemporaneo testimonia per la storicità e per la cultura conduce taluni a dubitare dell'immutabilità della stessa legge naturale, e quindi dell'esistenza di «norme oggettive di moralità» valide per tutti gli uomini del presente e del futuro, come già per quelli del passato: è mai possibile affermare come valide universalmente per tutti e sempre permanenti certe determinazioni razionali stabilite nel passato, quando si ignorava il progresso che l'umanità avrebbe fatto successivamente?
Non si può negare che l'uomo si dà sempre in una cultura particolare, ma pure non si può negare che l'uomo non si esaurisce in questa stessa cultura. Del resto, il progresso stesso delle culture dimostra che nell'uomo esiste qualcosa che trascende le culture. Questo «qualcosa» è precisamente la natura dell'uomo: proprio questa natura è la misura della cultura ed è la condizione perché l'uomo non sia prigioniero di nessuna delle sue culture, ma affermi la sua dignità personale nel vivere conformemente alla verità profonda del suo essere. Mettere in discussione gli elementi strutturali permanenti dell'uomo, connessi anche con la stessa dimensione corporea, non solo sarebbe in conflitto con l'esperienza comune, ma renderebbe incomprensibile il riferimento che Gesù ha fatto al «principio», proprio là dove il contesto sociale e culturale del tempo aveva deformato il senso originario e il ruolo di alcune norme morali (cf Mt 19,1-9). In tal senso «la Chiesa afferma che al di sotto di tutti i mutamenti ci sono molte cose che non cambiano; esse trovano il loro ultimo fondamento in Cristo, che è sempre lo stesso: ieri, oggi e nei secoli».È lui il «Principio» che, avendo assunto la natura umana, la illumina definitivamente nei suoi elementi costitutivi e nel suo dinamismo di carità verso Dio e il prossimo.

martedì 8 novembre 2011

Ancora sulla universalità del diritto naturale

Anche in San Paolo (Rm 1,18-25) si esprime chiaramente come la legge naturale sia universale. Essa è davvero scritta nel cuore dell'uomo, cioè nella sua intima costituzione. La Rivelazione e il Magistero ovviamente agevolano il suo riconoscimento, la sua comprensione e ci indicano gli strumenti per restare saldi nell'osservanza della legge naturale stessa.
Ma questa resta universale e vincola ogni uomo a prescindere dalle sue convinzioni confessionali:
"l'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell'ingiustizia, poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato. Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità; essi sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa. Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno cambiato la gloria dell'incorruttibile Dio con l'immagine e la figura dell'uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili.Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi, poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del creatore, che è benedetto nei secoli. Amen".

venerdì 4 novembre 2011

Vietare la fecondazione eterologa non contrasta con la CEDU

La Gran Camera della Corte europea di Strasburgo ha ribaltato la decisione di primo grado, che aveva condannato l'Austria in quanto vieta il ricorso alla fecondazione eterologa (salve eccezioni che consentono la donazione di sperma mediante iniezione negli organi riproduttivi femminili).
Come al solito, la motivazione non è eccezionale (del tipo: la questione è eticamente dibattuta, in Austria non c'è consenso sul tema, gli Stati hanno una certa autonomia su queste materie, ma attenzione perché le tecniche si evolvono, dunque bisogna pensarci e forse bisognerà cambiare la legge, ecc.). Ma, con i tempi che corrono, contentiamoci di un risultato sostanzialmente positivo.
Qui la sentenza.

giovedì 3 novembre 2011

Fuggire le occasioni contro il diritto naturale

La preghiera cristiana Atto di dolore termina dicendo: "Propongo... di fuggire le occasioni prossime di peccato".
Credo che questo importante insegnamento della Chiesa, necessario per custodire la vita morale, valga anche per i precetti del diritto naturale. Non solo perché essi almeno in parte coincidono con i precetti della morale naturale e cristiana ("non uccidere" è una norma sia morale sia giuridica). Ma pure perché anche i precetti del diritto naturale vanno custoditi nella mente e nella condotta di vita, affinché non li perdiamo di vista.
Come vanno custoditi?
Un esempio, che sembrerà banale, ma è invece serio e reale: chi frequenta amicizie, circoli culturali, associazioni varie, movimenti politici o sindacali, ecc., nel cui ambito si coltivano e si diffondono idee, dottrine, iniziative incompatibili con il diritto naturale, facilmente ne rimarrà condizionato.
Parimenti, chi è assiduo più alle letture di testi che professano l'errore, che ai testi del Magistero e degli autori ad esso ispirati, facilmente si formerà una cultura ed una mentalità in contrasto con i precetti del diritto naturale. E la mentalità, ovviamente, è alla base delle azioni della vita.
Custodire il diritto naturale è dovere di ogni uomo.

mercoledì 2 novembre 2011

Il diritto naturale non è confessionale

In cosa consiste concretamente il diritto naturale? Quali sono i suoi precetti? Il Decalogo ne è la sintesi. Ciò non rende tuttavia "confessionale" il diritto naturale. Nessuno è dispensato dalla sua osservanza. Poiché è radicato nella natura umana, da tutti è conoscibile con la ragione:
"Questo comando che oggi ti ordino non è troppo alto per te, né troppo lontano da te. Non è nel cielo, perché tu dica: Chi salirà per noi in cielo, per prendercelo e farcelo udire e lo possiamo eseguire? Non è di là dal mare, perché tu dica: Chi attraverserà per noi il mare per prendercelo e farcelo udire e lo possiamo eseguire? Anzi, questa parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica (Dt 30,11-14)"
E' però vero che, senza l'aiuto della Grazia, vuoi per i condizionamenti interni (gli errori che possono occorrere nell'uso della ragione; l'influsso sulle convinzioni determinato dalle incoerenze dello stile di vita) vuoi per quelli esterni (la cultura, la mentalità dominante, il cattivo esempio altrui), è facile perdere di vista tali precetti, come insegnato ad es. dal Venerabile Pio XII nella enciclica Humani generis:
"sebbene la ragione umana, per dirla semplicemente, con le sole sue forze e la sua luce naturale possa realmente pervenire ad una conoscenza vera e certa di un Dio personale, il quale con la sua provvidenza si prende cura del mondo e lo governa, come pure di una legge naturale inscritta dal Creatore nelle nostre anime, tuttavia la stessa ragione incontra non poche difficoltà ad usare efficacemente e con frutto questa sua capacità naturale. Infatti le verità che concernono Dio e riguardano i rapporti che intercorrono tra gli uomini e Dio trascendono assolutamente l'ordine delle cose sensibili, e, quando devono tradursi in azioni e informare la vita, esigono devoto assenso e la rinuncia a se stessi. Lo spirito umano, infatti, nella ricerca intorno a tali verità, viene a trovarsi in difficoltà sotto l'influsso dei sensi e dell'immaginazione ed anche a causa delle tendenze malsane nate dal peccato originale. Da ciò consegue che gli uomini facilmente si persuadono, in tali argomenti, che è falso o quanto meno dubbio ciò che essi non vorrebbero che fosse vero"

venerdì 28 ottobre 2011

Pio XII ai giuristi cattolici

Meraviglioso, per dottrina e per stile, il discorso del Venerabile Pio XII in occasione del primo congresso dell'Unione Giuristi Cattolici Italiani (6.11.1949). Ecco un passaggio sul diritto naturale:
"Se [il giurista] non sa innalzarsi alla visione della realtà somma e trascendente, dalla cui volontà deriva l'ordine dell'universo visibile e di quella piccola sua parte che è il genere umano con le sue leggi immanenti e moralmente necessarie, gli sarà impossibile di vedere in tutta la sua mirabile unità e nelle sue più intime profondità spirituali l'intreccio delle relazioni sociali, cui il diritto presiede, e le loro norme regolatrici. Se, come affermava il grande giureconsulto e oratore romano, « natura iuris... ab hominis repetenda (est) natura » (Cicer. De legibus, l. I cap. 5 § 17), la natura o l'essenza del diritto non può essere derivata se non dalla natura stessa dell'uomo; e poichè, d'altra parte, questa natura non può essere conosciuta, nemmeno approssimativamente, nella sua perfezione, dignità ed elevatezza e nei fini che ne comandano e subordinano a sè le azioni, senza la connessione ontologica, dalla quale è legata alla sua causa trascendente, è chiaro che al giurista non sarà possibile di conquistare un sano concetto del diritto, nè di conseguire un suo sistematico ordinamento, se non rinunziando a vedere l'uomo e le cose umane fuori della luce, che piove dalla divinità a rischiarargli il cammino faticoso della sua indagine".

giovedì 27 ottobre 2011

Madre Teresa e l'aborto

Qui si può rileggere il discorso, felicemente politicamente scorretto, tenuto da Madre Teresa di Calcutta in occasione del conferimento del Premio Nobel per la pace.
Di seguito, riporto quanto disse sull'aborto:

"io sento che il più grande distruttore della pace oggi è l’aborto, perché è una guerra diretta – un’uccisione diretta – un omicidio commesso dalla madre stessa.
E leggiamo nelle Scritture, perché Dio lo dice molto chiaramente: anche se una madre dimenticasse il suo bambino – io non ti dimenticherò – ti ho inciso sul palmo della mano. Siamo incisi nel palmo della Sua mano, così vicini a lui che un bambino non nato è stato inciso nel palmo della mano di Dio. E quello che mi colpisce di più è l’inizio di questa frase, che persino se una madre potesse dimenticare, qualcosa di impossibile – ma perfino se si potesse dimenticare – io non ti dimenticherò. E oggi il più grande mezzo – il più grande distruttore della pace è l’aborto. E noi che stiamo qui – i nostri genitori ci hanno voluti. Non saremmo qui se i nostri genitori non lo avessero fatto. I nostri bambini li vogliamo, li amiamo, ma che cosa è di milioni di loro? Tante persone sono molto, molto preoccupate per i bambini in India, per i bambini in Africa dove tanti ne muoiono, di malnutrizione, fame e così via, ma milioni muoiono deliberatamente per volere della madre. E questo è ciò che è il grande distruttore della pace oggi. Perché se una madre può uccidere il proprio stesso bambino, cosa mi impedisce di uccidere te e a te di uccidere me? Nulla".

mercoledì 26 ottobre 2011

Una autorità mondiale fondata sulla dignità umana

Si è parlato del recente documento del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e, giustamente, si è sottolineato come questo, sin dal titolo, guardi con favore alla possibilità di una autorità pubblica a competenza universale, che sembra sempre più necessaria al fine di affrontare problemi (come quelli economici e finanziari) di rilievo globale.
Ma su cosa può fondarsi una simile autorità? Basta un consenso tra gli Stati? A pag. 5 si dice una cosa importante:

"Per interpretare con lucidità l’attuale nuova questione sociale, occorre senz’altro, però, evitare l’errore, figlio anch’esso dell’ideologia neoliberista, di ritenere che i problemi da affrontare siano di ordine esclusivamente tecnico. Come tali, essi sfuggirebbero alla necessità di un discernimento e di una valutazione di tipo etico. Ebbene, l’enciclica di Benedetto XVI mette in guardia contro i pericoli dell’ideologia della tecnocrazia, ossia di quell’assolutizzazione della tecnica che «tende a produrre un’incapacità di percepire ciò che non si spiega con la semplice materia » ed a minimizzare il valore delle scelte dell’individuo umano concreto che opera nel sistema economico-finanziario, riducendole a mere variabili tecniche. La chiusura ad un «oltre », inteso come un di più rispetto alla tecnica, non solo rende impossibile trovare soluzioni adeguate
per i problemi, ma impoverisce sempre più, sul piano materiale e morale, le principali vittime della crisi. Anche nel contesto della complessità dei fenomeni la rilevanza dei fattori etici e culturali non può, dunque, essere trascurata o sottostimata". 
E a pag. 12 si conclude così:
Nell’umanità è ben presente il rischio che i popoli finiscano per non capirsi più e che le diversità culturali siano motivo di contrapposizioni insanabili. L’immagine della Torre di Babele ci avverte anche che bisogna guardarsi da una «unità » solo di facciata, nella quale non cessano egoismi e divisioni, poiché non sono stabili le fondamenta della società. In entrambi i casi, Babele è l’immagine di ciò che i popoli e gli individui possono divenire, quando non riconoscono la loro intrinseca dignità trascendente e la loro fraternità.
Lo spirito di Babele è l’antitesi dello Spirito di Pentecoste (Atti 2, 1-12), del disegno di Dio per tutta l’umanità, vale a dire l’unità nella diversità. Solo uno spirito di concordia, che superi divisioni e conflitti, permetterà all’umanità di essere autenticamente un’unica famiglia, fino a concepire un nuovo mondo con la costituzione di un’Autorità pubblica mondiale, al servizio del bene comune.

martedì 25 ottobre 2011

La dottrina della Chiesa sulla procreazione assistita è Magistero definitivo?

La dottrina della Chiesa sulla illiceità morale del ricorso alla procreazione medicalmente assistita (attraverso fecondazione in vitro o altre nuove tecniche) è da considerarsi ormai Magistero definitivo della Chiesa cattolica? Se sì, allora questa dottrina, anche se non solennemente proclamata, è de fide tenenda. Pertanto chi la negasse "assumerebbe una posizione di rifiuto di verità della dottrina cattolica e pertanto non sarebbe più in piena comunione con la Chiesa cattolica" (Congregazione per la Dottrina della Fede, Nota dottrinale illustrativa della formula conclusiva della Professione di Fede», 1998).
Se no, certo non significherebbe comunque che la Chiesa stia sbagliando sul punto (a questo Magistero detto ordinario appartengono "tutti quegli insegnamenti — in materia di fede o morale presentati come veri o almeno come sicuri, anche se non sono stati definiti con giudizio solenne né proposti come definitivi dal magistero ordinario e universale": dalla Nota citata).
Resterebbe comunque Magistero autentico al quale il fedele deve l'ossequio religioso della volontà e dell'intelletto: "La proposizione contraria a tali dottrine può essere qualificata rispettivamente come erronea oppure, nel caso degli insegnamenti di ordine prudenziale, come temeraria o pericolosa e quindi tuto doceri non potest" (Dalla Nota citata).
Non sono un teologo, però la mia impressione è che sia Magistero definitivo e questo perché:
1. L'insegnamento, anche se recente (perché relativamente recenti sono le tecniche di p.m.a.), è costante in tutti i documenti e gli interventi del Magistero.
2. Il tenore dei documenti è sicuro, deciso, perentorio.
3. Si tratta di sviluppo immediato della tradizionale dottrina della Chiesa sul rispetto della natura dell'atto coniugale e della vita umana nascente.

lunedì 24 ottobre 2011

L'intervento contro l'aborto di Giuliano Ferrara

Giuliano Ferrara la scorsa settimana, nel suo "Radio Londra" su Rai1, ha avuto il coraggio di dire chiaramente "in prima serata" che l'aborto è l'uccisione di un essere umano innocente. Non dobbiamo stancarci di proclamare questa verità morale, che sottende la presa d'atto di una realtà: con il concepimento ha inizio la vita di un uomo.
Non dobbiamo tuttavia nemmeno stancarci, per coerenza, di dire che la legge n. 194/1978 è una legge gravemente ingiusta, poiché consente la soppressione di essere umani innocenti (e per di più a carico del servizio sanitario nazionale, che dovrebbe invece essere istituzionalmente preposto alla cura della vita umana!).
Sino a quando questa legge - come leggi analoghe in altri stati del mondo - rimarrà in vigore; sino a quando non si restituirà la tutela anche penale contro gli attacchi alla vita umana specie più indifesa, si perpetuerà un sistema ingiusto che lede il bene fondamentale della persona umana e mina la convivenza sociale proprio alla sua radice.
Giovanni Paolo II, nella sua enciclica Evangelium Vitae, scriveva al n. 62:

con l'autorità che Cristo ha conferito a Pietro e ai suoi Successori, in comunione con i Vescovi — che a varie riprese hanno condannato l'aborto e che nella consultazione precedentemente citata, pur dispersi per il mondo, hanno unanimemente consentito circa questa dottrina — dichiaro che l'aborto diretto, cioè voluto come fine o come mezzo, costituisce sempre un disordine morale grave, in quanto uccisione deliberata di un essere umano innocente. Tale dottrina è fondata sulla legge naturale e sulla Parola di Dio scritta, è trasmessa dalla Tradizione della Chiesa ed insegnata dal Magistero ordinario e universale.
Nessuna circostanza, nessuna finalità, nessuna legge al mondo potrà mai rendere lecito un atto che è intrinsecamente illecito, perché contrario alla Legge di Dio, scritta nel cuore di ogni uomo, riconoscibile dalla ragione stessa, e proclamata dalla Chiesa.

giovedì 20 ottobre 2011

Solo parziale la tutela degli embrioni nella sentenza UE

Un interessante articolo a complemento del post precedente. Si evidenzia la tutela solo parziale offerta dalla recente sentenza della Corte UE. V. qui

mercoledì 19 ottobre 2011

Corte UE: l'embrione è tale dal concepimento. E va protetto

E' significativa la sentenza della Corte di giustizia UE di ieri 18 ottobre 2011 (nel procedimento C-34/10). Non possono brevettarsi utilizzazioni, nemmeno a fini di ricerca scientifica, o invenzioni che comportino la distruzione dell'embrione umano. E questo è tale sin dal concepimento. Ecco alcuni passaggi importanti:

34      Il contesto e lo scopo della direttiva rivelano pertanto che il legislatore dell’Unione ha inteso escludere qualsiasi possibilità di ottenere un brevetto quando il rispetto dovuto alla dignità umana può esserne pregiudicato. Da ciò risulta che la nozione di «embrione umano» ai sensi dell’art. 6, n. 2, lett. c), della direttiva deve essere intesa in senso ampio. 
35      In tal senso, sin dalla fase della sua fecondazione qualsiasi ovulo umano deve essere considerato come un «embrione umano», ai sensi e per gli effetti dell’art. 6, n. 2, lett. c), della direttiva, dal momento che la fecondazione è tale da dare avvio al processo di sviluppo di un essere umano 
48      La questione di cui trattasi è sollevata nel contesto di una causa avente ad oggetto la brevettabilità di un’invenzione relativa alla produzione di cellule progenitrici neurali, che presuppone l’utilizzazione di cellule staminali ricavate da un embrione umano nello stadio di blastocisti. Orbene, dalle osservazioni sottoposte alla Corte emerge che il prelievo di una cellula staminale su un embrione umano nello stadio di blastocisti comporta la distruzione dell’embrione. 
49      Pertanto, per i medesimi motivi esposti ai punti 32-35 della presente sentenza, un’invenzione deve essere esclusa dalla brevettabilità, anche se le rivendicazioni del brevetto non vertono sull’utilizzazione di embrioni umani, ove l’attuazione dell’invenzione richieda la distruzione di embrioni umani.

martedì 18 ottobre 2011

Prima i valori non negoziabili, poi il resto

Il Card. Angelo Bagnasco, nel discorso di ieri a Todi in occasione di una riunione di cattolici sulla politica italiana, è stato molto chiaro: i valori negoziabili prima di tutto.

La giusta preoccupazione verso questi temi non deve far perdere di vista la posta in gioco che è forse meno evidente, ma che sta alla base di ogni altra sfida: una specie di metamorfosi antropologica. Sono in gioco, infatti, le sorgenti stesse dell’uomo: l’inizio e la fine della vita umana, il suo grembo naturale che è l’uomo e la donna nel matrimonio, la libertà religiosa ed educativa che è condizione indispensabile per porsi davanti al tempo e al destino. Proprio perché sono ’sorgenti’ dell’uomo, questi principi sono chiamati ‘non negoziabili’. Quando una società s’incammina verso la negazione della vita, infatti, ‘finisce per non trovare più le motivazioni e le energie necessarie per adoperarsi a servizio del vero bene dell’uomo. Se si perde la sensibilità personale e sociale verso l’accoglienza di una nuova vita, anche altre forme di accoglienza utili alla vita sociale si inaridiscono’ (Benedetto XVI, Caritas in veritate, n. 28). Senza un reale rispetto di questi valori primi, che costituiscono l’etica della vita, è illusorio pensare ad un’etica sociale che vorrebbe promuovere l’uomo ma in realtà lo abbandona nei momenti di maggiore fragilità.

lunedì 17 ottobre 2011

La sovranità di Dio sulla nostra vita

Dio ha piena sovranità sulla nostra vita:
"La Chiesa non si limita a ricordare agli uomini la giusta distinzione tra la sfera di autorità di Cesare e quella di Dio, tra l’ambito politico e quello religioso. La missione della Chiesa, come quella di Cristo, è essenzialmente parlare di Dio, fare memoria della sua sovranità, richiamare a tutti, specialmente ai cristiani che hanno smarrito la propria identità, il diritto di Dio su ciò che gli appartiene, cioè la nostra vita" (Benedetto XVI, Omelia nella Santa Messa per la nuova evangelizzazione, 16.10.2011)

venerdì 14 ottobre 2011

Pietro Barcellona e il diritto naturale

Ieri sera l'incontro con Pietro Barcellona è stato interessante. La sua esperienza personale di conversione è certo appassionante. Meno convincente mi è parso il Nostro quando parlava del diritto naturale, categoria che lui in sostanza minimizza al fine di riconoscere la norma giusta. Eppure Gesù stesso ha fatto una lezione di diritto naturale. Cfr. Mc 10, 2 ss.:
avvicinatisi dei farisei, per metterlo alla prova, gli domandarono: «È lecito ad un marito ripudiare la propria moglie?». Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di rimandarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma all'inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina; per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola. Sicché non sono più due, ma una sola carne. L'uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto». Rientrati a casa, i discepoli lo interrogarono di nuovo su questo argomento. Ed egli disse: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio.

giovedì 13 ottobre 2011

Giuristi internazionali per la difesa del concepito

Si chiamano "San José Articles": è un documento di illustri giuristi, medici e politici di diverse Nazioni, che affermano l'inesistenza di un diritto all'aborto radicato nel diritto internazionale, nel quale, anzi, è da ravvisare il principio di tutela della vita umana sin dal concepimento. Lo potete leggere qui.

mercoledì 12 ottobre 2011

Sindrome Post-Aborto

Di sindrome post-aborto si parla poco. Eppure, ha spiegato la dott.ssa Daniela Amato in un convegno a Pavia dello scorso aprile organizzato da Unione Giuristi Cattolici e Centro di Aiuto alla Vita, si tratta di vera e propria patologia, non di un generico senso di colpa. Un sito raccoglie alcune testimonianze.

Assuntina Morresi al Borromeo

Ieri sera presso l'Almo Collegio Borromeo di Pavia la Prof. Assuntina Morresi ha tenuto una conferenza sul tema "Perché una legge sul fine vita?" (qui la locandina di un interessante ciclo di tre incontri). Ha ripercorso la genesi storica del disegno di legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento. La Prof. Morresi ha anche detto che, prima della vicenda di Eluana Englaro, era sempre stata contraria ad un intervento legislativo in materia. Ma gli sviluppi giudiziari riguardanti Eluana hanno reso possibile sul piano giuridico l'introduzione di pratiche eutanasiche e perciò, ha detto la relatrice, è oggi opportuna una legge che impedisca il reiterarsi di simili esiti.

martedì 11 ottobre 2011

Pietro Barcellona: La legge tra giustizia e amore

E' il titolo del convegno di Unione Giuristi Cattolici di Pavia "Beato Contardo Ferrini" e Centro Culturale Giulio Bosco, che si terrà a Pavia, giovedì 13 ottobre 2011, alle ore 21 in Aula del Quattrocento dell'Università.
L'incontro, introdotto da Elena Pagetti, sarà moderato dal Prof. Giampaolo Azzoni.
Qui il programma

Occorre tornare a discutere pubblicamente di diritto naturale

Qui potete leggere l'importante discorso di Benedetto XVI al parlamento tedesco del 22 settembre 2011.
"L’idea del diritto naturale è considerata oggi una dottrina cattolica piuttosto singolare, su cui non varrebbe la pena discutere al di fuori dell’ambito cattolico, così che quasi ci si vergogna di menzionarne anche soltanto il termine"