giovedì 24 novembre 2011

"La Grande Guerra", puntata sulla fecondazione eterologa

Qui si può ascoltare la puntata odierna de "La Grande Guerra", dedicata alla fecondazione eterologa. Insieme a Marco Crevani commento la sentenza della Grande Camera della Corte europea dei diritti dell'uomo, di cui ho dato conto nel post del 4 novembre u.s.

venerdì 18 novembre 2011

"La Grande Guerra", puntata sulla sindrome post-aborto

Qui invece riporto il file audio della puntata dello scorso aprile de "La grande guerra" (v. post precedente), dedicata alla sindrome post-aborto.

giovedì 17 novembre 2011

Sperimentazione sugli embrioni e sentenza della CGUE

Qui si può ascoltare la puntata de "La grande guerra", trasmissione di Radio Ticino, da me registrata e in onda oggi alle 15.30. La trasmissione, condotta da Marco Crevani, è dedicata agli attacchi alla vita dell'uomo. L'odierna puntata verte su: "La sperimentazione sugli embrioni e la recente sentenze della Corte di Giustizia dell'Unione europea".

domenica 13 novembre 2011

Nessun risultato scientifico giustifica la soppressione di un solo embrione

Il Magistero di Benedetto XVI è davvero luce nelle tenebre di questo mondo.
In questo discorso tenuto ai partecipanti ad un importante convegno sulla ricerca sulle cellule staminali, promosso dal Pontificio consiglio per la cultura, il Pontefice ribadisce che nessun possibile risultato scientifico, nemmeno quello che in ipotesi potesse salvare una intera popolazione, giustifica metodologie di ricerca che implichino la soppressione di un solo embrione umano:
La ricerca scientifica offre una opportunità unica per esplorare la meraviglia dell'universo, la complessità della natura e la bellezza peculiare dell'universo, inclusa la vita umana. Tuttavia, poiché gli esseri umani sono dotati di anima immortale e sono creati a immagine e somiglianza di Dio, ci sono dimensioni dell'esistenza umana che stanno al di là di ciò che le scienze naturali sono in grado di determinare [...]
La mentalità pragmatica che tanto spesso influenza il processo decisionale nel mondo di oggi è fin troppo pronta ad approvare qualsiasi strumento disponibile a ottenere l'obiettivo desiderato, nonostante siano ampie le prove delle conseguenze disastrose di questo modo di pensare. Quando l'obiettivo prefissato è tanto desiderabile quanto la scoperta di una cura per malattie degenerative, è una tentazione per gli scienziati e per i responsabili delle politiche ignorare tutte le obiezioni etiche e proseguire con qualunque ricerca sembri offrire la prospettiva di un successo. Quanti difendono la ricerca sulle cellule staminali embrionali nella speranza di raggiungere tale risultato compiono il grave errore di negare il diritto inalienabile alla vita di tutti gli esseri umani dal momento del concepimento fino alla morte naturale. La distruzione perfino di una sola vita umana non si può mai giustificare nei termini del beneficio che ne potrebbe presumibilmente conseguire per un'altra. (Benedetto XVI, 12.11.2011)

giovedì 10 novembre 2011

I vescovi italiani ribadiscono: sulla vita, nessun compromesso

Riporto un breve ma deciso passaggio del Messaggio della CEI per la Giornata della Vita 2012 (qui il testo integrale):
"l’aborto e l’eutanasia sono le conseguenze estreme e tremende di una mentalità che, svilendo la vita, finisce per farli apparire come il male minore: in realtà, la vita è un bene non negoziabile, perché qualsiasi compromesso apre la strada alla prevaricazione su chi è debole e indifeso"

mercoledì 9 novembre 2011

Il diritto naturale è anche immutabile

Riporto di seguito il Magistero del Beato Giovanni Paolo II sulla immutabilità del diritto naturale, espresso nella enciclica Veritatis splendor, par. 53, pietra miliare a mio avviso del suo ricco Pontificato
La grande sensibilità che l'uomo contemporaneo testimonia per la storicità e per la cultura conduce taluni a dubitare dell'immutabilità della stessa legge naturale, e quindi dell'esistenza di «norme oggettive di moralità» valide per tutti gli uomini del presente e del futuro, come già per quelli del passato: è mai possibile affermare come valide universalmente per tutti e sempre permanenti certe determinazioni razionali stabilite nel passato, quando si ignorava il progresso che l'umanità avrebbe fatto successivamente?
Non si può negare che l'uomo si dà sempre in una cultura particolare, ma pure non si può negare che l'uomo non si esaurisce in questa stessa cultura. Del resto, il progresso stesso delle culture dimostra che nell'uomo esiste qualcosa che trascende le culture. Questo «qualcosa» è precisamente la natura dell'uomo: proprio questa natura è la misura della cultura ed è la condizione perché l'uomo non sia prigioniero di nessuna delle sue culture, ma affermi la sua dignità personale nel vivere conformemente alla verità profonda del suo essere. Mettere in discussione gli elementi strutturali permanenti dell'uomo, connessi anche con la stessa dimensione corporea, non solo sarebbe in conflitto con l'esperienza comune, ma renderebbe incomprensibile il riferimento che Gesù ha fatto al «principio», proprio là dove il contesto sociale e culturale del tempo aveva deformato il senso originario e il ruolo di alcune norme morali (cf Mt 19,1-9). In tal senso «la Chiesa afferma che al di sotto di tutti i mutamenti ci sono molte cose che non cambiano; esse trovano il loro ultimo fondamento in Cristo, che è sempre lo stesso: ieri, oggi e nei secoli».È lui il «Principio» che, avendo assunto la natura umana, la illumina definitivamente nei suoi elementi costitutivi e nel suo dinamismo di carità verso Dio e il prossimo.

martedì 8 novembre 2011

Ancora sulla universalità del diritto naturale

Anche in San Paolo (Rm 1,18-25) si esprime chiaramente come la legge naturale sia universale. Essa è davvero scritta nel cuore dell'uomo, cioè nella sua intima costituzione. La Rivelazione e il Magistero ovviamente agevolano il suo riconoscimento, la sua comprensione e ci indicano gli strumenti per restare saldi nell'osservanza della legge naturale stessa.
Ma questa resta universale e vincola ogni uomo a prescindere dalle sue convinzioni confessionali:
"l'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell'ingiustizia, poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato. Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità; essi sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa. Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno cambiato la gloria dell'incorruttibile Dio con l'immagine e la figura dell'uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili.Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi, poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del creatore, che è benedetto nei secoli. Amen".

venerdì 4 novembre 2011

Vietare la fecondazione eterologa non contrasta con la CEDU

La Gran Camera della Corte europea di Strasburgo ha ribaltato la decisione di primo grado, che aveva condannato l'Austria in quanto vieta il ricorso alla fecondazione eterologa (salve eccezioni che consentono la donazione di sperma mediante iniezione negli organi riproduttivi femminili).
Come al solito, la motivazione non è eccezionale (del tipo: la questione è eticamente dibattuta, in Austria non c'è consenso sul tema, gli Stati hanno una certa autonomia su queste materie, ma attenzione perché le tecniche si evolvono, dunque bisogna pensarci e forse bisognerà cambiare la legge, ecc.). Ma, con i tempi che corrono, contentiamoci di un risultato sostanzialmente positivo.
Qui la sentenza.

giovedì 3 novembre 2011

Fuggire le occasioni contro il diritto naturale

La preghiera cristiana Atto di dolore termina dicendo: "Propongo... di fuggire le occasioni prossime di peccato".
Credo che questo importante insegnamento della Chiesa, necessario per custodire la vita morale, valga anche per i precetti del diritto naturale. Non solo perché essi almeno in parte coincidono con i precetti della morale naturale e cristiana ("non uccidere" è una norma sia morale sia giuridica). Ma pure perché anche i precetti del diritto naturale vanno custoditi nella mente e nella condotta di vita, affinché non li perdiamo di vista.
Come vanno custoditi?
Un esempio, che sembrerà banale, ma è invece serio e reale: chi frequenta amicizie, circoli culturali, associazioni varie, movimenti politici o sindacali, ecc., nel cui ambito si coltivano e si diffondono idee, dottrine, iniziative incompatibili con il diritto naturale, facilmente ne rimarrà condizionato.
Parimenti, chi è assiduo più alle letture di testi che professano l'errore, che ai testi del Magistero e degli autori ad esso ispirati, facilmente si formerà una cultura ed una mentalità in contrasto con i precetti del diritto naturale. E la mentalità, ovviamente, è alla base delle azioni della vita.
Custodire il diritto naturale è dovere di ogni uomo.

mercoledì 2 novembre 2011

Il diritto naturale non è confessionale

In cosa consiste concretamente il diritto naturale? Quali sono i suoi precetti? Il Decalogo ne è la sintesi. Ciò non rende tuttavia "confessionale" il diritto naturale. Nessuno è dispensato dalla sua osservanza. Poiché è radicato nella natura umana, da tutti è conoscibile con la ragione:
"Questo comando che oggi ti ordino non è troppo alto per te, né troppo lontano da te. Non è nel cielo, perché tu dica: Chi salirà per noi in cielo, per prendercelo e farcelo udire e lo possiamo eseguire? Non è di là dal mare, perché tu dica: Chi attraverserà per noi il mare per prendercelo e farcelo udire e lo possiamo eseguire? Anzi, questa parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica (Dt 30,11-14)"
E' però vero che, senza l'aiuto della Grazia, vuoi per i condizionamenti interni (gli errori che possono occorrere nell'uso della ragione; l'influsso sulle convinzioni determinato dalle incoerenze dello stile di vita) vuoi per quelli esterni (la cultura, la mentalità dominante, il cattivo esempio altrui), è facile perdere di vista tali precetti, come insegnato ad es. dal Venerabile Pio XII nella enciclica Humani generis:
"sebbene la ragione umana, per dirla semplicemente, con le sole sue forze e la sua luce naturale possa realmente pervenire ad una conoscenza vera e certa di un Dio personale, il quale con la sua provvidenza si prende cura del mondo e lo governa, come pure di una legge naturale inscritta dal Creatore nelle nostre anime, tuttavia la stessa ragione incontra non poche difficoltà ad usare efficacemente e con frutto questa sua capacità naturale. Infatti le verità che concernono Dio e riguardano i rapporti che intercorrono tra gli uomini e Dio trascendono assolutamente l'ordine delle cose sensibili, e, quando devono tradursi in azioni e informare la vita, esigono devoto assenso e la rinuncia a se stessi. Lo spirito umano, infatti, nella ricerca intorno a tali verità, viene a trovarsi in difficoltà sotto l'influsso dei sensi e dell'immaginazione ed anche a causa delle tendenze malsane nate dal peccato originale. Da ciò consegue che gli uomini facilmente si persuadono, in tali argomenti, che è falso o quanto meno dubbio ciò che essi non vorrebbero che fosse vero"