Non dobbiamo tuttavia nemmeno stancarci, per coerenza, di dire che la legge n. 194/1978 è una legge gravemente ingiusta, poiché consente la soppressione di essere umani innocenti (e per di più a carico del servizio sanitario nazionale, che dovrebbe invece essere istituzionalmente preposto alla cura della vita umana!).
Sino a quando questa legge - come leggi analoghe in altri stati del mondo - rimarrà in vigore; sino a quando non si restituirà la tutela anche penale contro gli attacchi alla vita umana specie più indifesa, si perpetuerà un sistema ingiusto che lede il bene fondamentale della persona umana e mina la convivenza sociale proprio alla sua radice.
Giovanni Paolo II, nella sua enciclica Evangelium Vitae, scriveva al n. 62:
con l'autorità che Cristo ha conferito a Pietro e ai suoi Successori, in comunione con i Vescovi — che a varie riprese hanno condannato l'aborto e che nella consultazione precedentemente citata, pur dispersi per il mondo, hanno unanimemente consentito circa questa dottrina — dichiaro che l'aborto diretto, cioè voluto come fine o come mezzo, costituisce sempre un disordine morale grave, in quanto uccisione deliberata di un essere umano innocente. Tale dottrina è fondata sulla legge naturale e sulla Parola di Dio scritta, è trasmessa dalla Tradizione della Chiesa ed insegnata dal Magistero ordinario e universale.
Nessuna circostanza, nessuna finalità, nessuna legge al mondo potrà mai rendere lecito un atto che è intrinsecamente illecito, perché contrario alla Legge di Dio, scritta nel cuore di ogni uomo, riconoscibile dalla ragione stessa, e proclamata dalla Chiesa.