Sulla sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo (qui il testo originale in lingua francese) nel caso Costa/Pavan, in tema di fecondazione artificiale, si è discusso molto. E' apprezzabile la decisione del Governo italiano di ricorrere alla Grande Camera, la quale in più occasioni ha ribaltato verdetti, anche unanimi, di primo grado.
Dice la Corte tra le varie cose: è incoerente vietare la diagnosi pre-impianto - finalizzata, lo sanno tutti, allo sterminio degli embrioni malati o supposti tali - e consentire l'aborto "terapeutico".
Si può rispondere in molte maniere, come hanno fatto anche illustri giuristi.
Si potrebbe anche rispondere che, sì, è incoerente. Non si vede però per quale motivo debba allora prevalere la soluzione omicida, posto, semmai, che la l. n. 40/2004 è successiva alla l. n. 194/1978 e che, dunque, una interpretazione evolutiva del sistema dovrebbe far emergere il favor vitae per l'embrione.