Il primo capitolo della lettera ai Romani di San Paolo Apostolo contiene tra le sue immense ricchezze anche un piccolo e incisivo trattato di diritto naturale.
Il messaggio è forte: nemmeno i pagani sono scusati se violano la legge naturale. Questa, infatti, è scritta da Dio nel cuore dell'uomo. Cristo, poi, la porta a compimento e ne svela il significato pieno.
Pensiamo al matrimonio.
Il matrimonio è nella natura dell'amore tra uomo e donna, di ogni luogo e di ogni tempo. L'uomo è fatto per la donna, e viceversa. Ma non per un legame fugace e finalizzato ad estorcere il piacere dall'altro, trattando la persona come un oggetto, bensì per un patto stabile, di fedeltà, di servizio e sostegno reciproco. Un legame aperto alla vita. E la presenza dei figli rende ancora più evidente la necessità di un legame stabile, di una presenza costante e fedele, di una alleanza di amore ed educativa. Ecco perché la indissolubilità è una caratteristica naturale del matrimonio, non una aggiunta "cattolica".
Certo: Cristo poi ci svela il senso di tutto ciò, il senso soprannaturale: marito e moglie devono testimoniare ed esprimere, nel matrimonio, la donazione totale di Cristo alla Sua Chiesa, Sua Sposa.