Segnalo qui un bell'articolo di Tommaso Scandroglio su di una tipica contraddizione degli anti-giusnaturalisti, come nella fattispecie il prof. Rodotà.
Spesso il pensiero giuridico contemporaneo, da un lato, nega ogni valore normativo alla natura, che concepisce riduttivamente in senso biologico; dall'altro, pretende però di farsi paladino di valori tipicamente metafisici, cioè appartenenti alla essenza, cioè appunto alla profonda natura dell'uomo, come il valore della libertà.
Quando il pensiero cattolico si riferisce al diritto naturale, infatti, si riferisce alla natura come al complesso degli elementi fisici e meta-fisici che fanno dell'uomo un uomo, che cioè sono costitutivi dell'uomo. O, come anche si dice oggi, che compongono lo statuto antropologico dell'essere umano.
mercoledì 28 dicembre 2011
Benedetto XVI Legislatore
E' uscito il libro curato da Marco Ferraresi e Cesare Varalda, "Benedetto XVI Legislatore", Cantagalli, Siena, 2011 (Collana Quaderni dell'Unione Giuristi Cattolici di Pavia "Beato Contardo Ferrini").
Gli autori che hanno contribuito al volume aiutano a riflettere sulla generale produzione legislativa di Papa Benedetto in materia liturgica, ecumenica, matrimoniale, bancaria, del lavoro, ecc. Forse non lo si percepisce immediatamente, ma Ratzinger è anche, per grazia di Dio, un Papa "giurista".
lunedì 19 dicembre 2011
In Dio giustizia e misericordia coincidono
Riporto qui il grande discorso di Benedetto XVI sulla dignità del detenuto, in occasione della sua visita di ieri alla casa circondariale di Rebibbia. Di seguito un passaggio significativo:
Giustizia e misericordia, giustizia e carità, cardini della dottrina sociale della Chiesa, sono due realtà differenti soltanto per noi uomini, che distinguiamo attentamente un atto giusto da un atto d’amore. Giusto per noi è “ciò che è all’altro dovuto”, mentre misericordioso è ciò che è donato per bontà. E una cosa sembra escludere l’altra. Ma per Dio non è così: in Lui giustizia e carità coincidono; non c’è un’azione giusta che non sia anche atto di misericordia e di perdono e, nello stesso tempo, non c’è un’azione misericordiosa che non sia perfettamente giusta.
giovedì 15 dicembre 2011
Abortire a 16 anni e i valori non negoziabili
Qui la puntata de La Grande Guerra in data odierna a Radio Ticino. Insieme al conduttore Marco Crevani abbiamo discusso del caso dell'aborto della ragazza sedicenne di Trento e di valori non negoziabili.
lunedì 5 dicembre 2011
Omosessualismo
L'ideologia omosessualista o del "gender" è tra le più pericolose dell'era attuale. Essa attacca l'etica naturale e il diritto naturale. In particolare, cerca di scardinare nella percezione comune il significato, costitutivo per l'essere umano, della differenza sessuale. Lo fa in una maniera apparentemente neutra: non si scaglia apertamente contro la famiglia naturale fondata sul matrimonio, ma ne pretende la equiparazione con altre modalità di convivenza. Per conseguenza, domanda la possibilità di adozione di bambini anche per i conviventi omosessuali o di accesso a pratiche di fecondazione eterologa.
In definitiva, sia con l'ideologia, sia con nuovi modelli di vita, sia attraverso la "educazione" dei piccoli che pretendono vengano loro affidati, si tenta la costruzione di un essere vivente "nuovo", che, ormai alieno dalla percezione della dualità complementare sessuale, perda sinanche la capacità critica contro quello che doverosamente la Chiesa cattolica definisce, da sempre e per sempre, essere oggettivamente un grave disordine della persona.
Di seguito, le parole di un Vescovo coraggioso, il Card. Caffarra dell'Arcidiocesi di Bologna:
In definitiva, sia con l'ideologia, sia con nuovi modelli di vita, sia attraverso la "educazione" dei piccoli che pretendono vengano loro affidati, si tenta la costruzione di un essere vivente "nuovo", che, ormai alieno dalla percezione della dualità complementare sessuale, perda sinanche la capacità critica contro quello che doverosamente la Chiesa cattolica definisce, da sempre e per sempre, essere oggettivamente un grave disordine della persona.
Di seguito, le parole di un Vescovo coraggioso, il Card. Caffarra dell'Arcidiocesi di Bologna:
La decisione dell’autorità comunale di consentire l’accesso alla Consulta per la famiglia ad alcune associazioni a orientamento omosessuale costituisce una grave offesa in primo luogo alla ragione e al buon senso comune, perché non si capisce la congruenza dell’una con le altre; poi alla comunità civica, perché in palese contrasto con l’articolo 29 della Costituzione; e inoltre alla comunità cattolica – che pure è parte rilevante del consorzio bolognese - perché degrada a un relativismo senza fondamento nella persona umana quella concezione della famiglia che da secoli è patrimonio della nostra gente.
Di fronte alla comunità civica la Chiesa di Bologna denuncia tale decisione. Alla comunità cattolica dei credenti ricorda l’insegnamento perenne del magistero ecclesiale fondato sulla stessa dottrina apostolica (cf per es. Rom 1 ). Un insegnamento ribadito – come abbiamo ricordato anche di recente - dall’Arcivescovo Card. Caffarra nella sua Nota dottrinale ‘Matrimonio e omosessualità’ e dalla Congregazione per la Dottrina della Fede che così si esprimeva in una Nota dottrinale il 24 novembre 2002: “Devono essere salvaguardate la tutela e la promozione della famiglia fondata sul matrimonio monogamico tra persone di sesso diverso […] ad essa non possono essere giuridicamente equiparate in alcun modo altre forme di convivenza”; e il 3 giugno 2003: “Nessuna ideologia può cancellare dallo spirito umano la certezza secondo la quale esiste matrimonio soltanto tra due persone di sesso diverso, che per mezzo della reciproca donazione personale, loro propria ed esclusiva, tendono alla comunione delle loro persone. In tal modo si perfezionano a vicenda, per collaborare con Dio alla generazione e alla educazione di nuove vite”.
Pertanto i singoli fedeli e le associazioni che fanno riferimento all’appartenenza ecclesiale hanno il grave dovere, in forza della coerenza con la fede che professano, di astenersi da qualsiasi forma di cooperazione volta a promuovere o applicare concezioni della famiglia in palese contrasto con il magistero cattolico (cf Congregazione per la Dottrina della Fede n.5 del 3.6.2003). “La Chiesa – continua la nota della Congregazione – insegna che il rispetto verso le persone omosessuali non può portare in nessun modo all’approvazione del comportamento omosessuale oppure al riconoscimento delle unioni omosessuali”. In questo contesto la presenza in organismi che nella denominazione si riferiscono alla famiglia costituzionale ma poi accolgono chi propugna orientamenti diversi è un messaggio carico di ambiguità e perciò contrario allo spirito di verità. Il dovere è perciò quello di uscirne.
domenica 4 dicembre 2011
Principio di laicità e diritto naturale
Il principio di laicità è di derivazione cristiana. Esso esprime la distinzione tra le sfere dell'ordinamento canonico e dell'ordinamento civile. E' un principio di giustizia, perché mira ad attribuire a ciascuno il suo, "a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio" (cfr. Mt 22,21; Mc 12,17; Lc 20,25). Esso è pertanto conforme al diritto naturale, purché l'ordinamento civile rispetti il diritto dell'uomo a ricercare e a praticare attraverso la religione, individualmente e collettivamente, la Verità su Dio e su se stesso.
Si tratta infatti di un diritto fondamentale, ma è sotto attacco anche in Occidente. Si è persino messo in discussione il diritto di una scuola di invitare il Vescovo locale per parlare della religione cattolica. Il ricorso, promosso da una associazione di atei professi, è stato però correttamente respinto da un decreto del Presidente della Repubblica. Il parere del Consiglio di Stato, ben motivato, ha messo altresì in rilievo che, per quanto riguarda religioni diverse dalla cattolica, deve verificarsi la loro coerenza di contenuti con quelli di tutela della persona previsti dalla nostra Costituzione. V. qui
Si tratta infatti di un diritto fondamentale, ma è sotto attacco anche in Occidente. Si è persino messo in discussione il diritto di una scuola di invitare il Vescovo locale per parlare della religione cattolica. Il ricorso, promosso da una associazione di atei professi, è stato però correttamente respinto da un decreto del Presidente della Repubblica. Il parere del Consiglio di Stato, ben motivato, ha messo altresì in rilievo che, per quanto riguarda religioni diverse dalla cattolica, deve verificarsi la loro coerenza di contenuti con quelli di tutela della persona previsti dalla nostra Costituzione. V. qui
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