domenica 13 novembre 2011

Nessun risultato scientifico giustifica la soppressione di un solo embrione

Il Magistero di Benedetto XVI è davvero luce nelle tenebre di questo mondo.
In questo discorso tenuto ai partecipanti ad un importante convegno sulla ricerca sulle cellule staminali, promosso dal Pontificio consiglio per la cultura, il Pontefice ribadisce che nessun possibile risultato scientifico, nemmeno quello che in ipotesi potesse salvare una intera popolazione, giustifica metodologie di ricerca che implichino la soppressione di un solo embrione umano:
La ricerca scientifica offre una opportunità unica per esplorare la meraviglia dell'universo, la complessità della natura e la bellezza peculiare dell'universo, inclusa la vita umana. Tuttavia, poiché gli esseri umani sono dotati di anima immortale e sono creati a immagine e somiglianza di Dio, ci sono dimensioni dell'esistenza umana che stanno al di là di ciò che le scienze naturali sono in grado di determinare [...]
La mentalità pragmatica che tanto spesso influenza il processo decisionale nel mondo di oggi è fin troppo pronta ad approvare qualsiasi strumento disponibile a ottenere l'obiettivo desiderato, nonostante siano ampie le prove delle conseguenze disastrose di questo modo di pensare. Quando l'obiettivo prefissato è tanto desiderabile quanto la scoperta di una cura per malattie degenerative, è una tentazione per gli scienziati e per i responsabili delle politiche ignorare tutte le obiezioni etiche e proseguire con qualunque ricerca sembri offrire la prospettiva di un successo. Quanti difendono la ricerca sulle cellule staminali embrionali nella speranza di raggiungere tale risultato compiono il grave errore di negare il diritto inalienabile alla vita di tutti gli esseri umani dal momento del concepimento fino alla morte naturale. La distruzione perfino di una sola vita umana non si può mai giustificare nei termini del beneficio che ne potrebbe presumibilmente conseguire per un'altra. (Benedetto XVI, 12.11.2011)