martedì 8 novembre 2011

Ancora sulla universalità del diritto naturale

Anche in San Paolo (Rm 1,18-25) si esprime chiaramente come la legge naturale sia universale. Essa è davvero scritta nel cuore dell'uomo, cioè nella sua intima costituzione. La Rivelazione e il Magistero ovviamente agevolano il suo riconoscimento, la sua comprensione e ci indicano gli strumenti per restare saldi nell'osservanza della legge naturale stessa.
Ma questa resta universale e vincola ogni uomo a prescindere dalle sue convinzioni confessionali:
"l'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell'ingiustizia, poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato. Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità; essi sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa. Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno cambiato la gloria dell'incorruttibile Dio con l'immagine e la figura dell'uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili.Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi, poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del creatore, che è benedetto nei secoli. Amen".