Utero in affitto,
reato universale
da Il Ticino, 25 ottobre 2024
La pratica dell’utero in affitto
– o “maternità surrogata” o “gestazione per altri” – è stata sancita come reato
universale nell’ordinamento italiano, dopo il voto del Senato di mercoledì 16
ottobre 2024, con 84 voti a favore, 58 contrari, nessun astenuto.
Il disegno di legge appena
approvato consta di un solo articolo, che integra l’art. 12, comma 6, l. n.
40/2004, la nota legge sulla fecondazione artificiale. Questo comma, già nel
testo originario della legge, punisce con la reclusione da 3 mesi a 2 anni e,
inoltre, con la multa da 600.000 a 1 milione di euro, “Chiunque, in qualsiasi
forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di
embrioni o la surrogazione di maternità”. Ora, con la novella legislativa, è
altresì stabilito che “Se i fatti di cui al periodo precedente, con riferimento
alla surrogazione di maternità, sono commessi all’estero, il cittadino italiano
è punito secondo la legge italiana”. In altre parole – questa è la novità – il
cittadino italiano è perseguibile penalmente, non solo quando si avvale della
pratica incriminata sul suolo italiano, ma pure quando ciò avviene oltre
confine.
Questa modifica – da salutare con sicuro favore – suppone una duplice esigenza, che si è manifestata nel corso del tempo. Da un lato, la disapprovazione di molti settori (anche femministi) per fatti così ripugnanti – ma sempre più tollerati, se non addirittura promossi in ambienti culturali radicali – ha richiesto che la gravità del reato fosse ulteriormente sottolineata, appunto, ampliando l’area della punibilità anche in caso di reato compiuto da italiani all’estero. Dall’altro lato, la legittimazione dell’utero in affitto in altri Stati rendeva facilmente aggirabile, ormai, il divieto italiano: coppie (etero- od omosessuali) potevano acquistare un bambino oltre confine (c.d. turismo procreativo) e tornare in territorio italiano, poi richiedendo il riconoscimento del rapporto genitoriale.
Marco Ferraresi