venerdì 12 aprile 2024

Le Regioni e il suicidio assistito

(da Il Ticino, 28 marzo 2024)

Le Regioni dinanzi al suicidio assistito

Come accade in tutti gli ordinamenti, le deroghe ai principi non negoziabili instaurano un piano inclinato, su cui i diritti fondamentali subiscono progressivi indebolimenti. E’ quanto sta accadendo anche in tema di suicidio assistito, parzialmente legittimato dalla Corte costituzionale con sentenza n. 242/2019 e ora sempre più rivendicato anche al di fuori delle condizioni stabilite dalla Corte.

Questa ha invitato il Parlamento a legiferare in materia, ma al momento una disciplina nazionale non sussiste. Tuttavia, in sede locale, si è ritenuto di dover supplire a simile mancanza. Così, dapprima, si è avuta notizia dell’aiuto al suicidio di “Anna” in Friuli Venezia Giulia, affetta da sclerosi e soppressa con l’ausilio del Ssn. Poi, alcune Regioni hanno avviato percorsi normativi per darsi una normativa.

Così in Veneto, dove tuttavia una proposta di legge non ha raggiunto la maggioranza necessaria; così in Lombardia, dove analoga proposta è in fase di discussione; così in Emilia, dove lo scorso mese la Giunta – persino snobbando il Consiglio regionale – ha direttamente adottato deliberazioni finalizzate a garantire il suicidio medicalmente assistito.

Ma un nutrito gruppo di associazioni ha depositato ricorso al Tribunale amministrativo regionale per ottenere l’annullamento di tali atti. Si tratta di enti anche importanti, come il Centro Studi Livatino, il Movimento per la Vita, il Forum delle Associazioni Familiari, l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, le Unioni Giuristi Cattolici di Piacenza, Reggio Emilia e Pavia, l’Associazione Medici Cattolici Italiani, e altre ancora.

Con solidi argomenti giuridici, queste associazioni, oltre a denunciare la gravità di una normativa che comprime il diritto alla vita specie nelle sue fasi più deboli e bisognose di protezione, hanno evidenziato sotto plurimi profili l’incompetenza delle Regioni in ambiti costituzionalmente riservati allo Stato.

Marco Ferraresi

mercoledì 27 marzo 2024

Eutanasia e Regioni: video editoriale

Di seguito il mio video editoriale per l'Osservatorio Van Thuan, sui progetti di legge regionali in tema di suicidio assistito: https://www.youtube.com/watch?v=4pSbgD6ufks


sabato 16 marzo 2024

I principi fondamentali della DSC: slide

Qui slide in tema di principi fondamentali della Dottrina Sociale della Chiesa, utilizzate in una lezione tenuta a Mirandola (MO)

lunedì 19 febbraio 2024

Scuola di Dottrina Sociale della Chiesa: programma

Qui il programma della Scuola di Dottrina Sociale della Chiesa che si terrà a Mirandola (MO). Mi occuperò de "I principi fondamentali della DSC"

Centro di Aiuto alla Vita: corso di formazione per volontari

Qui il programma del corso di formazione per volontari del Centro di Aiuto alla Vita di Pavia. Mi occuperò della l. n. 194/1978

sabato 3 febbraio 2024

Le proteste degli agricoltori e la Dottrina sociale della Chiesa: video

Le motivazioni serie delle proteste degli agricoltori: mio video-editoriale per l'Osservatorio Van Thuan sulla Dottrina Sociale della Chiesa: https://www.youtube.com/watch?v=PzkjXuVNktE&t=22s

giovedì 30 novembre 2023

Indi Gregory

 Indi Gregory (il Ticino, 16.11.2023)

Nel momento in cui queste righe sono consegnate, la piccola Indi Gregory è in un hospice del Regno Unito, privata dei supporti vitali per decisione del giudice locale che, accogliendo le tesi del personale medico che l’ha avuta in carico, ritiene come il miglior interesse per la bambina sia l’accompagnamento alla morte.

Si badi. Non si tratta della mera indisponibilità del sistema sanitario a protrarre le cure già praticate e di rifiutarne di sperimentali. Nella fattispecie – come purtroppo in analoghe vicende degli ultimi anni nel medesimo Paese – si è persino negata ai genitori la possibilità di tentare altre terapie, offerte da un qualificato ospedale italiano. In definitiva, seppure sia crudo da affermare, si è sancito un obbligo di morte per Indi, ritenendo che la sua disabilità (indubbiamente grave) renda la vita non degna di essere vissuta.

Il governo italiano ha meritoriamente conferito alla piccola la cittadinanza e il console italiano, quale curatore speciale, anche appoggiandosi sulla Convenzione dell’Aja per la protezione dei minori, ha tentato – invano –  di ottenere dalle autorità locali il suo trasferimento nel nostro Paese.

Colpiscono, poi, altre circostanze. Secondo alcuni, la paziente starebbe subendo un accanimento terapeutico. Ma non si comprende in cosa consista: i supporti respiratori producono l’effetto di mantenere Indi in vita, senza particolare complicanze, per cui è impossibile argomentare che determinino svantaggi sproporzionati rispetto ai benefici.

Inoltre, sorprende il linguaggio approssimativo utilizzato anche dalla stampa italiana. La bambina sarebbe ormai “incurabile” e, per questo, non dovrebbe più ricevere alcun trattamento sanitario. Ma si potrà dire, al più, che la sua malattia sia “inguaribile”, mentre non esistono persone che non possano essere curate, sebbene il decorso della malattia non possa risolversi positivamente. 

Come ha affermato il Vescovo Corrado, “non vogliamo essere complici e corresponsabili della morte di Indi con il nostro silenzio e la nostra indifferenza”. La battaglia per la cultura della vita, contro quella di morte, richiede un maggiore impegno di preghiera e azione civile da parte di credenti e persone di buona volontà.

Marco Ferraresi