giovedì 28 novembre 2019

Corte costituzionale: no all'eterologa per le coppie omosessuali

Consulta: no all’eterologa per coppie omosessuali
(da Il Ticino, 15.11.2019)

Due coppie omosessuali femminili si rivolgono alle rispettive aziende sanitarie locali per accedere alla fecondazione eterologa e, così, ricevere seme maschile per realizzare un desiderio di genitorialità. Le aziende sanitarie respingono la richiesta, perché la legge n. 40 del 2004 ammette alla fecondazione artificiale solo le coppie di sesso diverso. Le interessate domandano così ai giudici competenti che venga ordinato alle aziende sanitarie di procedere alla fecondazione assistita. I giudici ritengono che la legge citata sia incostituzionale e sollevano pertanto la relativa questione dinanzi alla Corte costituzionale. Questa, con la sentenza n. 221/2019 depositata il 23 ottobre, rigetta i dubbi giudicando legittimo il divieto della fecondazione eterologa per le coppie omosessuali.
Secondo la Corte, infatti, la vigente normativa non discrimina illegittimamente le coppie dello stesso sesso rispetto a quelle di sesso diverso. In primo luogo, perché il desiderio di un figlio non può essere soddisfatto senza limiti, dovendosi tenere in conto anche altri interessi. In secondo luogo, perché la fecondazione artificiale è riservata, dalla legge n. 40 del 2004, a coppie patologicamente sterili o infertili, mentre la coppia omosessuale è per natura infeconda. In terzo luogo, perché, afferma la Corte, l’idea che la famiglia composta da un papà e una mamma “rappresenti, in linea di principio, il «luogo» più idoneo per accogliere e crescere il nuovo nato non può essere considerata […] arbitraria o irrazionale”. Dunque, il legislatore, al quale compete ponderare molteplici fattori quando si trattano delicate questioni di ordine etico, non ha posto norme incostituzionali.
Ci si domanda, per inciso, perché questa sentenza della Corte non abbia avuto particolare risonanza sui mass media, di solito pronti a enfatizzare ogni novità sui temi eticamente controversi.
Se la pronuncia appare corretta, pesa nondimeno (almeno) un’ombra su di essa. Secondo la Corte questa materia resta “aperta a soluzioni di segno diverso, in parallelo all’evolversi dell’apprezzamento sociale della fenomenologia considerata”. In altri termini: in futuro il legislatore potrebbe anche modificare le norme, consentendo la fecondazione eterologa anche alle coppie omosessuali, tenendo conto della mentalità sociale dominante. Come se, dunque, la presenza di un papà e di una mamma, per un bambino, fosse un principio negoziabile.
Marco Ferraresi

giovedì 7 novembre 2019

lunedì 14 ottobre 2019

Il "lievito buono" dei laici cattolici nel lavoro e nella vita pubblica

Qui una mia riflessione sulla necessaria testimonianza pubblica dei laici cattolici, sul mensile Servi della Sofferenza

Tafida: lieto fine, ma...

Qui un mio intervento a proposito del caso di Tafida, sul sito Punto Famiglia

lunedì 30 settembre 2019

Corte costituzionale: diritto di morire e obbligo di uccidere

Qui - sul sito dell'Osservatorio Van Thuan sulla Dottrina Sociale della Chiesa - un mio commento circa la recente decisione della Corte costituzionale in tema di aiuto al suicidio

mercoledì 11 settembre 2019

I laici e la Dottrina sociale della Chiesa

Qui un mio contributo su "I laici e la Dottrina sociale della Chiesa" (dalla rivista Servi della Sofferenza, aprile-maggio 2019)

lunedì 2 settembre 2019

I cattolici di fronte alla crisi di governo


Da "Il Ticino", 30 agosto 2019

I cattolici di fronte alla crisi di governo
La tentazione è sempre la stessa: avere uno sguardo puramente mondano sulle cose, perdendo di vista i valori fondamentali e smarrendo la vera posta in gioco. Quando si tratta di politica, infatti, anche per i cattolici è facile limitarsi a discutere di nomi, partiti, strategie, tempi, alleanze. Eppure, in questo campo, essi dispongono, non solo di una marcia in più, ma di un riferimento essenziale: la Dottrina sociale della Chiesa, un insieme di principi che, formulati per mezzo della ragione, traducono la Rivelazione divina in criteri di giudizio e di azione nelle realtà terrene, tra cui appunto la politica.
Da questa prospettiva, è possibile affrontare un evento istituzionalmente traumatico, come una crisi di governo, con le idee più chiare. La soluzione migliore alla crisi dovrebbe consistere nella risposta alla seguente domanda: quale tra le alternative possibili (rinnovo dell’alleanza tra Lega e Movimento 5 Stelle, nuove alleanze di governo, Conte-bis, ritorno alle urne, ecc.) è probabile che favorisca l’attuazione dei principi della Dottrina sociale?
Si tratta di un quesito tutt’altro che astratto, perché può subito concretizzarsi in questioni specifiche, che si possono qui solo accennare: quale combinazione di alleanze (attuali o presumibili dopo un voto elettorale) favorirà misure per proteggere la vita dei più indifesi, come i concepiti, gli anziani, gli ammalati? Quali forze politiche sono disposte a promuovere la famiglia quale società naturale fondata sul matrimonio stabile tra un uomo e una donna, diffidando delle imitazioni? Chi è disposto a difendere il diritto dei genitori di educare i propri figli, sostenendo ad es. l’istruzione paritaria cattolica e osteggiando i corsi di diseducazione sessuale a scuola? Chi desidera proteggere la libertà di professare la fede cattolica e chi, invece, intende conculcarla, ad es. tramite normative “antiomofobia”, il cui scopo primario è di punire il pensiero cristiano sulla differenza tra maschio e femmina? Chi è favorevole alla prudente regolazione dei flussi migratori e chi, invece, svalutando i confini nazionali, incentiva di fatto pericolose traversate clandestine?
Non sarebbe male discutere di questo, prima di decidere tutto il resto.
Marco Ferraresi