mercoledì 16 maggio 2012

Carità nella Verità

Oggi sono stato contattato da un cordiale lettore del blog che mi ha fatto molte gradite domande sul mio pensiero circa la questione omosessuale: i percorsi della giurisprudenza, le rivendicazioni delle associazioni di omosessuali, la dottrina della Chiesa, ecc. Io, dopo aver risposto a tutte le domande, ho voluto anche ribadire questo: i veri cattolici amano le persone omosessuali come fratelli e come sorelle. Rifiutano ogni marchio di ingiusta discriminazione nei loro confronti. Condannano ogni umiliazione perpetrata contro di loro come una violazione del precetto fondamentale della carità.
Ma quando diciamo le parole della Scrittura, della Tradizione della Chiesa, quando esponiamo la legge naturale sul matrimonio, la sessualità, la famiglia, ecc., non facciamo nulla di diverso: Caritas in Veritate è il titolo dell'ultima Enciclica papale. Si ama veramente solo nella verità. Dire alle persone ciò che è vero e ciò che è bene, è esattamente promuovere ciò che fa bene alle persone. E' esattamente promuovere la loro dignità. E' esattamente volere bene, cioè amare. Al di fuori di ciò, semplicemente si vive nella illusione e senza una gioia stabile e profonda.

giovedì 10 maggio 2012

La battaglia della luce contro le tenebre

Notizie come questa dimostrano che è viva la battaglia tra i veri seguaci di Gesù Cristo e della Sua Santa Chiesa cattolica, da una parte, e satana e i suoi collaboratori, dall'altra.

Il dilagare dell'omosessualismo è segno eloquente di una generazione in cui non c'è più posto per Dio, né per la legge naturale, né per autorità alcuna, ma, come disse il Card. Ratzinger nel 2005, esiste ormai solo il criterio dell'io con le sue voglie.

Occorre essere pronti ad affrontare gravi ripercussioni contro la propria persona, pur di non tradire i comandamenti di Dio. Non è infatti detto che non torni il tempo in cui tale fedeltà si debba pagare con la vita, la violazione personale, il carcere.

giovedì 3 maggio 2012

Humanae Vitae: una Enciclica eroica

Humanae Vitae: è l'eroica enciclica di Paolo VI, datata 1968, che riafferma il Magistero di sempre della Chiesa sull'amore coniugale. Eroica perché Paolo VI sapeva di dover affrontare, dentro la Chiesa, l'opinione contraria di tanti prelati e laici. Sapeva che sarebbe stato insultato. Ma ha preferito "l'obbrobrio della Croce" alle lusinghe del mondo.

Ci sono alcuni passi importantissimi sul ruolo dei poteri pubblici nella protezione della legge naturale. Promuovere la castità è promuovere il rispetto, il dominio di sé, dunque delle passioni, dunque dell'ordine pubblico, dunque della pace, ecc.

Promuovere l'impurità significa promuovere le "gravidanze indesiderate" (cioè in definitiva l'aborto), l'adulterio, i delitti da gelosia, lo sfogo delle passioni, l'instabilità delle relazioni, l'omosessualismo, le malattie a trasmissione sessuale, ecc. Chi non vede come il libertinaggio devasti le relazioni umane?

Parole certo inascoltate, quelle della Enciclica, in un mondo in cui è lecito, a qualunque ora del giorno e della notte, in qualunque angolo delle città, pubblicare immagini finalizzate ad eccitare la sessualità della persona.

Riproponiamo alcuni passi:

"22. Noi vogliamo in questa occasione richiamare l’attenzione degli educatori e di quanti assolvono compiti di responsabilità in ordine al bene comune dell’umana convivenza, sulla necessità di creare un clima favorevole all’educazione della castità, cioè al trionfo della sana libertà sulla licenza, mediante il rispetto dell’ordine morale. Tutto ciò che nei moderni mezzi di comunicazione sociale porta alle eccitazioni dei sensi, alla sfrenatezza dei costumi, come pure ogni forma di pornografia o di spettacoli licenziosi, deve suscitare la franca e unanime reazione di tutte le persone sollecite del progresso della civiltà e della difesa dei beni supremi dello spirito umano. Invano si cercherebbe di giustificare queste depravazioni con pretese esigenze artistiche scientifiche o di trarre argomento dalla libertà lasciata in questo settore da parte delle pubbliche autorità.

Appello ai pubblici poteri
23. Ai governanti, che sono i principali responsabili del bene comune e tanto possono per la salvaguardia del costume orale, noi diciamo: non lascino che si degradi la moralità dei loro popoli; non accettino che si introducano in modo legale in quella cellula fondamentale dello stato, che è la famiglia, pratiche contrarie alla legge naturale e divina".

venerdì 27 aprile 2012

Perciò Dio li ha abbandonati

Persino Cardinali e Vescovi sono talora indulgenti nei confronti dell'omosessualità. Qualche volta, persino dell'omosessualismo, cioè del movimento di pensiero che pretende un pubblico riconoscimento della condizione omosessuale come "normale".
Strano che questi ecclesiastici, talora biblisti, accantonino facilmente passi inequivocabili della Sacra Scrittura. Parlano della Bibbia, ma citano solo i passi che fanno comodo a loro e li interpretano a modo loro e non secondo il Sacro Magistero.
Essi poi, come successori degli Apostoli, dovrebbero trasmettere quello che hanno ricevuto, non le proprie teorie.
Dovrebbero trasmettere ed insegnare anche i passi che seguono, tratti dal primo capitolo della Lettera ai Romani di San Paolo Apostolo (vv. 24 e ss.):


Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i desideri del loro cuore, tanto da disonorare fra loro i propri corpi, perché hanno scambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno adorato e servito le creature anziché il Creatore, che è benedetto nei secoli. Amen. Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; infatti, le loro femmine hanno cambiato i rapporti naturali in quelli contro natura. Similmente anche i maschi, lasciando il rapporto naturale con la femmina, si sono accesi di desiderio gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi maschi con maschi, ricevendo così in se stessi la retribuzione dovuta al loro traviamento. E poiché non ritennero di dover conoscere Dio adeguatamente, Dio li ha abbandonati alla loro intelligenza depravata ed essi hanno commesso azioni indegne: sono colmi di ogni ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di lite, di frode, di malignità; diffamatori, maldicenti, nemici di Dio, arroganti, superbi, presuntuosi, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia. E, pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo le commettono, ma anche approvano chi le fa.


giovedì 26 aprile 2012

Nemmeno i pagani sono scusati

Il primo capitolo della lettera ai Romani di San Paolo Apostolo contiene tra le sue immense ricchezze anche un piccolo e incisivo trattato di diritto naturale.
Il messaggio è forte: nemmeno i pagani sono scusati se violano la legge naturale. Questa, infatti, è scritta da Dio nel cuore dell'uomo. Cristo, poi, la porta a compimento e ne svela il significato pieno.
Pensiamo al matrimonio.
Il matrimonio è nella natura dell'amore tra uomo e donna, di ogni luogo e di ogni tempo. L'uomo è fatto per la donna, e viceversa. Ma non per un legame fugace e finalizzato ad estorcere il piacere dall'altro, trattando la persona come un oggetto, bensì per un patto stabile, di fedeltà, di servizio e sostegno reciproco. Un legame aperto alla vita. E la presenza dei figli rende ancora più evidente la necessità di un legame stabile, di una presenza costante e fedele, di una alleanza di amore ed educativa. Ecco perché la indissolubilità è una caratteristica naturale del matrimonio, non una aggiunta "cattolica".
Certo: Cristo poi ci svela il senso di tutto ciò, il senso soprannaturale: marito e moglie devono testimoniare ed esprimere, nel matrimonio, la donazione totale di Cristo alla Sua Chiesa, Sua Sposa.

lunedì 23 aprile 2012

I sodomiti non erediteranno il Regno di Dio

"Né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio" (1Cor 6,10).

La Sacra Scrittura è chiara nel condannare gli atti omosessuali. San Paolo, anzi, preannuncia l'inferno per chi li compie.

Ma anche la sola tendenza è da contrastare. La Tradizione della Chiesa sul punto è parimenti chiara, netta, costante. Il Catechismo, ad es., al n. 2358 la definisce come "inclinazione oggettivamente disordinata".

lunedì 2 aprile 2012

Slovenia: stop all'omosessualismo

Segnalo qui l'apprezzabile "no" degli sloveni alla degradazione omosessualista del diritto di famiglia, chiodo fisso ormai di molti sciagurati governi.