Pubblicato su Il Ticino, 20 gennaio 2023
Il lascito di
Benedetto XVI per i giuristi
Quale membro dell’Unione Giuristi
Cattolici, avverto un debito di gratitudine nei confronti di Benedetto XVI, per
il pensiero teologico e il Magistero pontificio sui grandi temi della giustizia
e del diritto. Condenso in tre punti il mio ricordo.
In primo luogo, Benedetto XVI, in
continuità con i precedenti Papi, ha riaffermato la perenne dottrina del
diritto naturale. Non solo, ha saputo riproporla in termini anche nuovi e
attualizzarla dinanzi alle sfide del mondo contemporaneo. Con i suoi
insegnamenti sui principi non negoziabili, ha formato le menti di almeno una
generazione di giuristi e ha rafforzato, in essi, l’impegno a difendere, senza
sconti e con passione, il diritto alla vita in ogni sua fase e a difendere la
famiglia dalle sue note contraffazioni.
In secondo luogo, Papa Ratzinger
è stato un sapiente legislatore della Chiesa. Egli evidenziò che la Chiesa ha
una intrinseca dimensione giuridica e istituzionale: il diritto canonico non è
un accessorio, magari destinato a estinguersi, come avrebbe voluto una corrente
di pensiero rafforzatasi dopo il Concilio Vaticano II.
In terzo luogo, è indimenticabile
per i giuristi cattolici italiani l’udienza particolare che Joseph Ratzinger
concesse all’Associazione in occasione del Convegno nazionale del 2006 sul tema
della laicità. Nel discorso pronunciato con l’occasione, Benedetto XVI sostenne,
con parole di straordinaria forza e attualità, come nel tempo presente “da
parte di alcuni c'è il tentativo di escludere Dio da ogni ambito della vita,
presentandolo come antagonista dell’uomo […] E’ nostro compito far comprendere
che la legge morale da Lui dataci, e che si manifesta a noi con la voce della
coscienza, ha lo scopo, non di opprimerci, ma di liberarci dal male e di
renderci felici”.
Possa il supremo Legislatore e
Giudice, il Dio onnipotente e misericordioso manifestatosi nel Signore Gesù,
rendergli il premio dei servi fedeli.
Marco Ferraresi