venerdì 28 ottobre 2011

Pio XII ai giuristi cattolici

Meraviglioso, per dottrina e per stile, il discorso del Venerabile Pio XII in occasione del primo congresso dell'Unione Giuristi Cattolici Italiani (6.11.1949). Ecco un passaggio sul diritto naturale:
"Se [il giurista] non sa innalzarsi alla visione della realtà somma e trascendente, dalla cui volontà deriva l'ordine dell'universo visibile e di quella piccola sua parte che è il genere umano con le sue leggi immanenti e moralmente necessarie, gli sarà impossibile di vedere in tutta la sua mirabile unità e nelle sue più intime profondità spirituali l'intreccio delle relazioni sociali, cui il diritto presiede, e le loro norme regolatrici. Se, come affermava il grande giureconsulto e oratore romano, « natura iuris... ab hominis repetenda (est) natura » (Cicer. De legibus, l. I cap. 5 § 17), la natura o l'essenza del diritto non può essere derivata se non dalla natura stessa dell'uomo; e poichè, d'altra parte, questa natura non può essere conosciuta, nemmeno approssimativamente, nella sua perfezione, dignità ed elevatezza e nei fini che ne comandano e subordinano a sè le azioni, senza la connessione ontologica, dalla quale è legata alla sua causa trascendente, è chiaro che al giurista non sarà possibile di conquistare un sano concetto del diritto, nè di conseguire un suo sistematico ordinamento, se non rinunziando a vedere l'uomo e le cose umane fuori della luce, che piove dalla divinità a rischiarargli il cammino faticoso della sua indagine".

giovedì 27 ottobre 2011

Madre Teresa e l'aborto

Qui si può rileggere il discorso, felicemente politicamente scorretto, tenuto da Madre Teresa di Calcutta in occasione del conferimento del Premio Nobel per la pace.
Di seguito, riporto quanto disse sull'aborto:

"io sento che il più grande distruttore della pace oggi è l’aborto, perché è una guerra diretta – un’uccisione diretta – un omicidio commesso dalla madre stessa.
E leggiamo nelle Scritture, perché Dio lo dice molto chiaramente: anche se una madre dimenticasse il suo bambino – io non ti dimenticherò – ti ho inciso sul palmo della mano. Siamo incisi nel palmo della Sua mano, così vicini a lui che un bambino non nato è stato inciso nel palmo della mano di Dio. E quello che mi colpisce di più è l’inizio di questa frase, che persino se una madre potesse dimenticare, qualcosa di impossibile – ma perfino se si potesse dimenticare – io non ti dimenticherò. E oggi il più grande mezzo – il più grande distruttore della pace è l’aborto. E noi che stiamo qui – i nostri genitori ci hanno voluti. Non saremmo qui se i nostri genitori non lo avessero fatto. I nostri bambini li vogliamo, li amiamo, ma che cosa è di milioni di loro? Tante persone sono molto, molto preoccupate per i bambini in India, per i bambini in Africa dove tanti ne muoiono, di malnutrizione, fame e così via, ma milioni muoiono deliberatamente per volere della madre. E questo è ciò che è il grande distruttore della pace oggi. Perché se una madre può uccidere il proprio stesso bambino, cosa mi impedisce di uccidere te e a te di uccidere me? Nulla".

mercoledì 26 ottobre 2011

Una autorità mondiale fondata sulla dignità umana

Si è parlato del recente documento del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e, giustamente, si è sottolineato come questo, sin dal titolo, guardi con favore alla possibilità di una autorità pubblica a competenza universale, che sembra sempre più necessaria al fine di affrontare problemi (come quelli economici e finanziari) di rilievo globale.
Ma su cosa può fondarsi una simile autorità? Basta un consenso tra gli Stati? A pag. 5 si dice una cosa importante:

"Per interpretare con lucidità l’attuale nuova questione sociale, occorre senz’altro, però, evitare l’errore, figlio anch’esso dell’ideologia neoliberista, di ritenere che i problemi da affrontare siano di ordine esclusivamente tecnico. Come tali, essi sfuggirebbero alla necessità di un discernimento e di una valutazione di tipo etico. Ebbene, l’enciclica di Benedetto XVI mette in guardia contro i pericoli dell’ideologia della tecnocrazia, ossia di quell’assolutizzazione della tecnica che «tende a produrre un’incapacità di percepire ciò che non si spiega con la semplice materia » ed a minimizzare il valore delle scelte dell’individuo umano concreto che opera nel sistema economico-finanziario, riducendole a mere variabili tecniche. La chiusura ad un «oltre », inteso come un di più rispetto alla tecnica, non solo rende impossibile trovare soluzioni adeguate
per i problemi, ma impoverisce sempre più, sul piano materiale e morale, le principali vittime della crisi. Anche nel contesto della complessità dei fenomeni la rilevanza dei fattori etici e culturali non può, dunque, essere trascurata o sottostimata". 
E a pag. 12 si conclude così:
Nell’umanità è ben presente il rischio che i popoli finiscano per non capirsi più e che le diversità culturali siano motivo di contrapposizioni insanabili. L’immagine della Torre di Babele ci avverte anche che bisogna guardarsi da una «unità » solo di facciata, nella quale non cessano egoismi e divisioni, poiché non sono stabili le fondamenta della società. In entrambi i casi, Babele è l’immagine di ciò che i popoli e gli individui possono divenire, quando non riconoscono la loro intrinseca dignità trascendente e la loro fraternità.
Lo spirito di Babele è l’antitesi dello Spirito di Pentecoste (Atti 2, 1-12), del disegno di Dio per tutta l’umanità, vale a dire l’unità nella diversità. Solo uno spirito di concordia, che superi divisioni e conflitti, permetterà all’umanità di essere autenticamente un’unica famiglia, fino a concepire un nuovo mondo con la costituzione di un’Autorità pubblica mondiale, al servizio del bene comune.

martedì 25 ottobre 2011

La dottrina della Chiesa sulla procreazione assistita è Magistero definitivo?

La dottrina della Chiesa sulla illiceità morale del ricorso alla procreazione medicalmente assistita (attraverso fecondazione in vitro o altre nuove tecniche) è da considerarsi ormai Magistero definitivo della Chiesa cattolica? Se sì, allora questa dottrina, anche se non solennemente proclamata, è de fide tenenda. Pertanto chi la negasse "assumerebbe una posizione di rifiuto di verità della dottrina cattolica e pertanto non sarebbe più in piena comunione con la Chiesa cattolica" (Congregazione per la Dottrina della Fede, Nota dottrinale illustrativa della formula conclusiva della Professione di Fede», 1998).
Se no, certo non significherebbe comunque che la Chiesa stia sbagliando sul punto (a questo Magistero detto ordinario appartengono "tutti quegli insegnamenti — in materia di fede o morale presentati come veri o almeno come sicuri, anche se non sono stati definiti con giudizio solenne né proposti come definitivi dal magistero ordinario e universale": dalla Nota citata).
Resterebbe comunque Magistero autentico al quale il fedele deve l'ossequio religioso della volontà e dell'intelletto: "La proposizione contraria a tali dottrine può essere qualificata rispettivamente come erronea oppure, nel caso degli insegnamenti di ordine prudenziale, come temeraria o pericolosa e quindi tuto doceri non potest" (Dalla Nota citata).
Non sono un teologo, però la mia impressione è che sia Magistero definitivo e questo perché:
1. L'insegnamento, anche se recente (perché relativamente recenti sono le tecniche di p.m.a.), è costante in tutti i documenti e gli interventi del Magistero.
2. Il tenore dei documenti è sicuro, deciso, perentorio.
3. Si tratta di sviluppo immediato della tradizionale dottrina della Chiesa sul rispetto della natura dell'atto coniugale e della vita umana nascente.

lunedì 24 ottobre 2011

L'intervento contro l'aborto di Giuliano Ferrara

Giuliano Ferrara la scorsa settimana, nel suo "Radio Londra" su Rai1, ha avuto il coraggio di dire chiaramente "in prima serata" che l'aborto è l'uccisione di un essere umano innocente. Non dobbiamo stancarci di proclamare questa verità morale, che sottende la presa d'atto di una realtà: con il concepimento ha inizio la vita di un uomo.
Non dobbiamo tuttavia nemmeno stancarci, per coerenza, di dire che la legge n. 194/1978 è una legge gravemente ingiusta, poiché consente la soppressione di essere umani innocenti (e per di più a carico del servizio sanitario nazionale, che dovrebbe invece essere istituzionalmente preposto alla cura della vita umana!).
Sino a quando questa legge - come leggi analoghe in altri stati del mondo - rimarrà in vigore; sino a quando non si restituirà la tutela anche penale contro gli attacchi alla vita umana specie più indifesa, si perpetuerà un sistema ingiusto che lede il bene fondamentale della persona umana e mina la convivenza sociale proprio alla sua radice.
Giovanni Paolo II, nella sua enciclica Evangelium Vitae, scriveva al n. 62:

con l'autorità che Cristo ha conferito a Pietro e ai suoi Successori, in comunione con i Vescovi — che a varie riprese hanno condannato l'aborto e che nella consultazione precedentemente citata, pur dispersi per il mondo, hanno unanimemente consentito circa questa dottrina — dichiaro che l'aborto diretto, cioè voluto come fine o come mezzo, costituisce sempre un disordine morale grave, in quanto uccisione deliberata di un essere umano innocente. Tale dottrina è fondata sulla legge naturale e sulla Parola di Dio scritta, è trasmessa dalla Tradizione della Chiesa ed insegnata dal Magistero ordinario e universale.
Nessuna circostanza, nessuna finalità, nessuna legge al mondo potrà mai rendere lecito un atto che è intrinsecamente illecito, perché contrario alla Legge di Dio, scritta nel cuore di ogni uomo, riconoscibile dalla ragione stessa, e proclamata dalla Chiesa.

giovedì 20 ottobre 2011

Solo parziale la tutela degli embrioni nella sentenza UE

Un interessante articolo a complemento del post precedente. Si evidenzia la tutela solo parziale offerta dalla recente sentenza della Corte UE. V. qui

mercoledì 19 ottobre 2011

Corte UE: l'embrione è tale dal concepimento. E va protetto

E' significativa la sentenza della Corte di giustizia UE di ieri 18 ottobre 2011 (nel procedimento C-34/10). Non possono brevettarsi utilizzazioni, nemmeno a fini di ricerca scientifica, o invenzioni che comportino la distruzione dell'embrione umano. E questo è tale sin dal concepimento. Ecco alcuni passaggi importanti:

34      Il contesto e lo scopo della direttiva rivelano pertanto che il legislatore dell’Unione ha inteso escludere qualsiasi possibilità di ottenere un brevetto quando il rispetto dovuto alla dignità umana può esserne pregiudicato. Da ciò risulta che la nozione di «embrione umano» ai sensi dell’art. 6, n. 2, lett. c), della direttiva deve essere intesa in senso ampio. 
35      In tal senso, sin dalla fase della sua fecondazione qualsiasi ovulo umano deve essere considerato come un «embrione umano», ai sensi e per gli effetti dell’art. 6, n. 2, lett. c), della direttiva, dal momento che la fecondazione è tale da dare avvio al processo di sviluppo di un essere umano 
48      La questione di cui trattasi è sollevata nel contesto di una causa avente ad oggetto la brevettabilità di un’invenzione relativa alla produzione di cellule progenitrici neurali, che presuppone l’utilizzazione di cellule staminali ricavate da un embrione umano nello stadio di blastocisti. Orbene, dalle osservazioni sottoposte alla Corte emerge che il prelievo di una cellula staminale su un embrione umano nello stadio di blastocisti comporta la distruzione dell’embrione. 
49      Pertanto, per i medesimi motivi esposti ai punti 32-35 della presente sentenza, un’invenzione deve essere esclusa dalla brevettabilità, anche se le rivendicazioni del brevetto non vertono sull’utilizzazione di embrioni umani, ove l’attuazione dell’invenzione richieda la distruzione di embrioni umani.

martedì 18 ottobre 2011

Prima i valori non negoziabili, poi il resto

Il Card. Angelo Bagnasco, nel discorso di ieri a Todi in occasione di una riunione di cattolici sulla politica italiana, è stato molto chiaro: i valori negoziabili prima di tutto.

La giusta preoccupazione verso questi temi non deve far perdere di vista la posta in gioco che è forse meno evidente, ma che sta alla base di ogni altra sfida: una specie di metamorfosi antropologica. Sono in gioco, infatti, le sorgenti stesse dell’uomo: l’inizio e la fine della vita umana, il suo grembo naturale che è l’uomo e la donna nel matrimonio, la libertà religiosa ed educativa che è condizione indispensabile per porsi davanti al tempo e al destino. Proprio perché sono ’sorgenti’ dell’uomo, questi principi sono chiamati ‘non negoziabili’. Quando una società s’incammina verso la negazione della vita, infatti, ‘finisce per non trovare più le motivazioni e le energie necessarie per adoperarsi a servizio del vero bene dell’uomo. Se si perde la sensibilità personale e sociale verso l’accoglienza di una nuova vita, anche altre forme di accoglienza utili alla vita sociale si inaridiscono’ (Benedetto XVI, Caritas in veritate, n. 28). Senza un reale rispetto di questi valori primi, che costituiscono l’etica della vita, è illusorio pensare ad un’etica sociale che vorrebbe promuovere l’uomo ma in realtà lo abbandona nei momenti di maggiore fragilità.

lunedì 17 ottobre 2011

La sovranità di Dio sulla nostra vita

Dio ha piena sovranità sulla nostra vita:
"La Chiesa non si limita a ricordare agli uomini la giusta distinzione tra la sfera di autorità di Cesare e quella di Dio, tra l’ambito politico e quello religioso. La missione della Chiesa, come quella di Cristo, è essenzialmente parlare di Dio, fare memoria della sua sovranità, richiamare a tutti, specialmente ai cristiani che hanno smarrito la propria identità, il diritto di Dio su ciò che gli appartiene, cioè la nostra vita" (Benedetto XVI, Omelia nella Santa Messa per la nuova evangelizzazione, 16.10.2011)

venerdì 14 ottobre 2011

Pietro Barcellona e il diritto naturale

Ieri sera l'incontro con Pietro Barcellona è stato interessante. La sua esperienza personale di conversione è certo appassionante. Meno convincente mi è parso il Nostro quando parlava del diritto naturale, categoria che lui in sostanza minimizza al fine di riconoscere la norma giusta. Eppure Gesù stesso ha fatto una lezione di diritto naturale. Cfr. Mc 10, 2 ss.:
avvicinatisi dei farisei, per metterlo alla prova, gli domandarono: «È lecito ad un marito ripudiare la propria moglie?». Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di rimandarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma all'inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina; per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola. Sicché non sono più due, ma una sola carne. L'uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto». Rientrati a casa, i discepoli lo interrogarono di nuovo su questo argomento. Ed egli disse: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio.

giovedì 13 ottobre 2011

Giuristi internazionali per la difesa del concepito

Si chiamano "San José Articles": è un documento di illustri giuristi, medici e politici di diverse Nazioni, che affermano l'inesistenza di un diritto all'aborto radicato nel diritto internazionale, nel quale, anzi, è da ravvisare il principio di tutela della vita umana sin dal concepimento. Lo potete leggere qui.

mercoledì 12 ottobre 2011

Sindrome Post-Aborto

Di sindrome post-aborto si parla poco. Eppure, ha spiegato la dott.ssa Daniela Amato in un convegno a Pavia dello scorso aprile organizzato da Unione Giuristi Cattolici e Centro di Aiuto alla Vita, si tratta di vera e propria patologia, non di un generico senso di colpa. Un sito raccoglie alcune testimonianze.

Assuntina Morresi al Borromeo

Ieri sera presso l'Almo Collegio Borromeo di Pavia la Prof. Assuntina Morresi ha tenuto una conferenza sul tema "Perché una legge sul fine vita?" (qui la locandina di un interessante ciclo di tre incontri). Ha ripercorso la genesi storica del disegno di legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento. La Prof. Morresi ha anche detto che, prima della vicenda di Eluana Englaro, era sempre stata contraria ad un intervento legislativo in materia. Ma gli sviluppi giudiziari riguardanti Eluana hanno reso possibile sul piano giuridico l'introduzione di pratiche eutanasiche e perciò, ha detto la relatrice, è oggi opportuna una legge che impedisca il reiterarsi di simili esiti.

martedì 11 ottobre 2011

Pietro Barcellona: La legge tra giustizia e amore

E' il titolo del convegno di Unione Giuristi Cattolici di Pavia "Beato Contardo Ferrini" e Centro Culturale Giulio Bosco, che si terrà a Pavia, giovedì 13 ottobre 2011, alle ore 21 in Aula del Quattrocento dell'Università.
L'incontro, introdotto da Elena Pagetti, sarà moderato dal Prof. Giampaolo Azzoni.
Qui il programma

Occorre tornare a discutere pubblicamente di diritto naturale

Qui potete leggere l'importante discorso di Benedetto XVI al parlamento tedesco del 22 settembre 2011.
"L’idea del diritto naturale è considerata oggi una dottrina cattolica piuttosto singolare, su cui non varrebbe la pena discutere al di fuori dell’ambito cattolico, così che quasi ci si vergogna di menzionarne anche soltanto il termine"